Se siete tra coloro ai quali piace fare una lista dei buoni propositi a inizio anno, mi permetto di darvi un suggerimento: inserite tra i propositi anche quello di consumare di meno!
Io l’ho fatto e ora vi spiego perché.
Viviamo in un’epoca in cui siamo letteralmente bombardati da messaggi che - più o meno esplicitamente - ci spingono a consumare. Le nostre stesse identità vengono erroneamente costruite sulla base di quello che consumiamo, invece di fondarsi su quello che molto semplicemente siamo.
Certo, non è realistico pensare di smettere di consumare: la vita stessa è consumo, se non altro di tempo, di energie e di esperienze. Consumiamo di necessità cibo, acqua, vestiti, suolo e via dicendo. Ma è altrettanto irrealistico pensare che la soluzione ai grandi problemi che l’attualità ci pone, e mi riferisco soprattutto a quelli ambientali, si possa trovare nel “consumare meglio”.
Non vi sentite anche voi pressati ad acquistare cibo “bio”, abiti “sostenibili”, accessori “green”? Come se scegliere di acquistare prodotti con queste etichette ci rendesse meno colpevoli dello scempio a cui stiamo assistendo. Forse in effetti è così, nel piccolo facciamo la nostra parte e possiamo accantonare almeno per un po’ i sensi di colpa.
Ma non basta.
La verità è che il cambiamento avverrà solo se impareremo a consumare meglio, ma soprattutto molto, molto di meno. Solo se impareremo a non sprecare.
Davvero abbiamo bisogno di tutte queste “cose”? O potremmo farne tranquillamente a meno?
Il mio proposito per questo nuovo anno è di provare ad eliminare progressivamente il superfluo.
Meno confezioni, meno plastica, meno oggetti inutili, meno cibo che finisce nella spazzatura, meno vestiti, meno acqua, meno immondizia, meno... tutto.
Di proposito decido di non sottrarre ad un’unica voce: esperienze. Chissà che alleggerendo il peso dei consumi, non si impari a poco a poco anche a riappropriarsi di ció che davvero conta nella vita.