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Domande chiuse o aperte?

  • Immagine del redattore: progettosito18
    progettosito18
  • 29 gen 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Quante volte fra amici nascono incomprensioni. Oppure tra fidanzati o fra persone che si conoscono da una vita... comunque capita di stracapirsi o non capirsi proprio. “Io avevo capito così e invece tu intendevi colì”. Tali difficoltà aumentano tra persone che si conoscono poco. Come ovviarle? Uno dei modi migliori per capire se l'altro ha capito o se noi lo abbiamo capito, è quello di porre delle domande. O per dirla in “fighese”, di dare e ricevere feedback.


Ciò su cui vorrei riflettere oggi è COME fare le domande. Ci sono essenzialmente due possibiità: le domande aperte (Tu cosa ne pensi?) o chiuse (Tu preferisci A o B?). La scelta dipende dalla vostra intenzione. Le domande aperte solitamente lasciano più spiazzate le persone che devono riflettere e argomentare le loro idee e richiedono più tempo. Non date mai per scontato di aver capito. Chiedete. “Perché dici così?”...“Cosa te lo fa pensare?”... “Secondo te cosa significa?”. Queste sono le classiche domande di tipo aperto da interporre ogni tanto durante un dialogo.

Le domande chiuse limitano il campo di risposte possibili, offrono già la vostra interpretazione dei fatti. Vanno direttamente al sodo offrendo poche opzioni. La richiesta sottostante è “Siamo sulla stessa lunghezza d'onda?”.In queste domande fate una deduzione, interpretate ed invitate l'altro a proseguire il discorso secondo i vostrii parametri. C'é una sottile ma fondamentale differenza: voi state plasmando la conversazione, tenete le redini. Provate entrambi i modi di fare le domande con i vostri colleghi ed amici, testate le differenze e gli effetti. Resterete stupiti delle informazioni in più che riceverete.

Ciao pazzi, al prossimo post.

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